I parametri di deficitarietà strutturale per gli enti locali per il triennio 2019-2021, approvati con il D.M. 28 dicembre 2018, sono stati individuati sulla base del "Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio" approvato con il Decreto 22 dicembre 2015. I nuovi parametri sono i seguenti:
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P1 Incidenza spese rigide (ripiano disavanzo, personale e debito) rispetto agli accertamenti delle entrate correnti;
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P2 Incidenza degli incassi di entrate proprie (Comp + RRAA) rispetto alle previsioni definitive di cassa parte corrente;
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P3 Anticipazioni di cassa chiuse solo contabilmente;
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P4 Sostenibilità debiti finanziari rispetto agli accertamenti delle entrate correnti;
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P5 Sostenibilità disavanzo rispetto agli accertamenti delle entrate correnti;
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P6 Debiti riconosciuti e finanziati rispetto al valore degli impegni finali (Tit. 1 e 2);
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P7 Debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento, riconosciuti o in corso di finanziamento rispetto agli accertamenti delle entrate correnti;
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P8 Riscossione complessiva rispetto agli accertamenti di competenza complessivi + RRAA iniziali.
I parametri che potrebbero essere negativamente influenzati dall'attuale emergenza sanitaria Covid-19 sono quelli collegati all'effettiva capacità di riscossione delle entrate, in quanto le difficoltà economiche dei contribuenti potrebbero determinare una rilevante riduzione dei crediti riscossi dagli enti locali. Si tratta dei parametri n. 2, 3 e 8, i quali, non rappresentando la metà del numero degli indicatori, manifesterebbero solo una situazione temporanea che non richiederebbe interventi a medio/lungo termine. Conseguentemente, i nuovi parametri rischiano di non essere in grado di segnalare le condizioni di difficoltà finanziaria derivanti dall'emergenza in corso; infatti, gli enti sono considerati in condizioni strutturalmente deficitarie solo nel caso in cui, in sede di rendiconto, la metà dei suddetti parametri presentino valori deficitari.
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